Introduzione
L’approccio concernente il magistero degli ultimi tre Rettori Maggiori, don E. Viganò (1977-1995), don J. Vecchi (1995-2002), don P. Chavez Villanueva (2002…) circa la scuola salesiana, fa necessariamente riferimento all’esplicitazione dell’orientamento fondamentale o delle linee programmatiche che sono alla base del loro pensiero.
Si vuole cioè rendere evidente come la dimensione educativo-culturale, impostata sulla prospettiva dell’evangelizzazione, sia il nucleo della proposta educativa e pastorale delle scuole e dei centri di formazione professionale.
Il Quadro di riferimento fondamentale della pastorale giovanile salesiana ha una trattazione molto lunga sulla proposta educativa nelle scuole e nei CFP salesiani. L’impegno educativo e culturale della scuola ha come principio ispiratore e fondante il vangelo e quindi deve essere orientato verso l’evangelizzazione. Questa proposta si esprime attraverso alcune priorità. Innanzitutto la scuola deve fare sintesi tra cultura e fede. Per questo è compito specifico e prioritario delineare un itinerario di apertura al trascendente. Questa base è comune a tutti, anche ai non cristiani; per quelli aperti alla fede cristiana, lo sviluppo deve prevedere una crescita progressiva verso Cristo, secondo specifiche modalità di educazione alla fede.
Alla sintesi tra cultura e fede deve seguire la sintesi tra fede e vita e la sintesi tra professione e fede, che viene operata accogliendo sempre più responsabilmente, come dice il Progetto Educativo Nazionale, la propria vita nell’incontro gioioso con il Cristo.
Riteniamo quanto mai opportuno, a conferma di queste affermazioni di principio, presentare la tradizione educativa salesiana, allo scopo di mostrare attraverso le parole stesse dei protagonisti, in particolare degli ultimi tre Rettori Maggiori, convinzioni e continuità di un ambito educativo, la scuola appunto, che non è mai venuto meno nella congregazione salesiana. Crediamo necessario iniziare con una breve nota riguardante le idee di don Bosco sull’educazione e l’insegnamento, così come ci sono state tramandate da un suo fedele collaboratore, don Francesco Cerruti.